Progressione a "corda corta"

 

La progressione a “corda corta” è una tecnica per progredire , con un buon rapporto tra velocità-sicurezza, in tutti quei terreni “facili” e meno esposti (creste di neve facili, tratti di misto facile, discese facili ecc.) dove per vari motivi non conviene fare dei tiri di corda o dove risulta difficile o impossibile posizionare degli ancoraggi.

Il principio è quello di arrestare la scivolata prima ancora che inizi e di evitare lunghe cadute di uno dei componenti e di conseguenza forti strattoni a chi tiene, dando buone probabilità di trattenuta.

La sicurezza della cordata è riposta totalmente nella capacità di trattenuta del capocordata:

il rischio è più basso in caso di scivolata del secondo di cordata ma è altissimo in caso di scivolata del capocordata (il secondo non lo terrebbe).

Si noti inoltre che mentre il secondo vede il primo cadere non avviene il viceversa, in quanto il primo

sta davanti e volta le spalle al secondo: quindi è necessario avvertire il primo urlando, in modo da cercare di non coglierlo totalmente impreparato.

Non va comunque dimenticato che questo tipo di progressione ,se fatta male, comporta il rischio di caduta dell’ intera cordata; una spiccata capacità di movimentazione su terreno facile, unita ad un solido equilibrio psicologico, devono essere quindi prerogative tecniche fondamentali.

 

MATERIALE NECESSARIO

In questo tipo di progressione è richiesto poco materiale

Troppo materiale potrebbe diventare pericoloso in quanto si incastrerebbe ovunque soprattutto nelle discese.

  • Qualche cordino o fettuccia.
  • Qualche moschettone con ghiera.
  • Un paio di guanti robusti (tipo da lavoro).

 

CONFIGURAZIONE

Il movimento della cordata avviene con movimento simultaneo dei componenti che si muovono legati tra di loro ad una distanza che varia dai 1,5 ai 3 m. circa.

La cordata da 2 risulta la migliore, massimo da 3 persone su terreno molto facile.

Corda tesa e tenuta generalmente a monte.

Il capo cordata o il più esperto tiene qualche anello di corda in mano (mano a valle- opposta alla picozza). Le asole di corda tenute in mano servono per regolare la distanza qualora si presentino dei tratti più

complessi come salti rocciosi o gradoni che presentano in salita brevi tratti più impegnativi (2-4 m ).

In questo caso il primo di cordata accelera l’andatura facendo svolgere le asole di corda, supera il salto di roccia e realizza una sicurezza a spalla o su ancoraggio.

Il capo cordata o il più esperto si posiziona sempre a monte della cordata.

 

COME LEGARSI

Componenti esterni:

E’ consigliabile legarsi sempre il capo della corda all’ imbragatura, tramite nodo delle guide con frizione.

Stivare la corda in eccesso o a tracolla, o nello zaino (filata in un sacco).

In entrambi i casi la corda che va al compagno deve uscire da sotto l’ascella.

  • Con corda a tracolla: bloccare la corda fasciando le spire sul busto ed unirle all’anello dell’ imbragatura tramite nodo bulino fissando l’ asola rimanente con un moschettone con ghiera all’ anello dell’imbragatura.
  • Con corda nello zaino: bloccare la corda con nodo autobloccante bidirezionale Machard ben stretto eseguito con cordino in kevlar , o con un autobloccante meccanico tipo Ropeman, e fissato all’ imbragatura tramite moschettone con ghiera.
  • Costruire a monte dell’ autobloccante un asola a tampone che impedisce in ogni caso lo scorrimento della corda nell’ autobloccante

Componenti intermedi:

  • Costruire un asola (distanziatrice) e unirla all’ imbragatura con nodo bulino doppio fissando l’ asola rimanente all’anello di servizio tramite moschettone con ghiera.

 

 MORE INFO:




 

SPORT MILITARE ALPIMO
SPORT MILITARE ALPINO
ZERO VERTIGO GUIDE ALPINE
ZERO VERTIGO
CARTER & BENSON
CARTER & BENSON
STEFANOJEANTET Photographer
COLORI E LUCI OLTRE I 4000
YUMPING
YUMPING